Transenne a Santa Maria Novella da condannare

41-aggressione-stazione-transenneSegreteria provinciale PRC Firenze, 19 luglio 2014

Una giovane coppia di turisti anglofoni è appena salita su una Frecciarossa. Smarrita si guarda intorno, cercando di individuare i posti assegnati. Si avvicina una ragazza, che alcuni italiani guardano con diffidenza, perché riconducibile ad una di quelle comunità avversate dall’opinione pubblica. Lei aiuta gli stranieri a sedersi al posto giusto. La coppia ringrazia. Lei fa presente che è necessario retribuire il supporto. Ottiene 20 €.  Nessuno dei presenti interviene, ma appena la ragazza scende dal treno, sale per tutto il vagone un mormorio.

Riportiamo l’esperienza di un membro della Segreteria provinciale di qualche giorno fa, che bene illustra l’ipocrisia che muove attorno alla questione delle transenne di Santa Maria Novella. L’idea che situazioni di malcontento sociale possano essere risolte con “ordine e disciplina”, quando in questione è lo stato di civiltà di una quotidianità che travolge con condizioni sempre peggiori chi è stato travolto dalla crisi.In una fase storica in cui ogni spazio di aggregazione viene svuotato, in cui le stazioni vedono le sale d’attesa trasformarsi in salotti di lusso per chi prende treni ad alta velocità, relegando i pendolari ad attendere in modo sempre più scomodo disservizi sempre maggiori, in cui la presenza del personale diminuisce drasticamente (sia sui treni, che nelle stazioni), pare che ci sia da tutelare i clienti preferiti delle Ferrovie dello Stato (ovviamente non i pendolari dei regionali), con meccanismi che ricordano quelli della segregazione.

“A voi delle altre classi, vi ricordiamo che in prima avete dei bonus che nelle altre non vi concediamo, perché non ve li siete potuti permettere” ricorda una voce registrata su tutti i treni ad alta velocità (anche se con altre parole).

Magari presto sentiremo:  “cari passeggerei che non prendete treni ad alta velocità, Eurostar o Italo che siano, attenti ai poveri che rubano, a chi non va lavorare e agli stranieri e ricordate che se rinunciate ai regionali potremo tutelarvi meglio”.

Investire sul trasporto pubblico, renderlo un servizio accessibile, gratuito, vissuto, creare le condizioni per una quotidianità partecipata: è l’unico modo per evitare situazioni che nessuna transenna o repressione potrà mai cancellare.

Immagine di transenne a SMN ripresa liberamente da Nove da Firenze

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