Segreteria Provinciale Rifondazione Comunista di Firenze
Il Partito della Rifondazione Comunista di Firenze dà la sua adesione al Toscana Pride partecipando alla Street Parade del 18 giugno. Da sempre ci schieriamo a favore del riconoscimento dei diritti civili per tutti e tutte.
Abbiamo speso il nostro impegno per l’approvazione dei PACS e abbiamo sostenuto la Legge Cirinnà, pur riconoscendovi delle forti mancanze. Quest’ultima legge è infatti un primo passo ma non può essere considerato un punto di arrivo: continueremo a batterci per arrivare ad una società in cui tutte le persone. Crediamo che sia necessario riconoscere l’unione fra le persone dello stesso sesso, la possibilità di adottare e tutti i diritti riservati alle famiglie “tradizionali”. Riteniamo che sia fondamentale che le forze politiche riescano, dopo questa iniziativa, ad impegnarsi per l’approvazione di una legge più incisiva anche contro l’omofobia, che implichi punizioni più severe per i gruppi che esplicitamente intimidiscono e attaccano la comunità LGBTQI*. Il fascismo di oggi, come quello di ieri, ha sempre cercato di attaccare il diverso, sia per il colore della pelle che per le proprie inclinazioni nella sfera privata. La democrazia deve riuscire a garantire piene libertà, sicurezza e uguaglianza anche nel luogo in cui siamo più deboli, nelle nostre case e nei nostri amori.
In troppi ancora oggi vivono discriminazioni sul posto di lavoro e di studio: l’impegno culturale deve essere anche quello di formare persone capaci di rispettare il prossimo senza costruire fantomatiche gerarchie basate su genere, etnia, orientamento sessuale. La scuola ricopre in questo un ruolo fondamentale ed è sempre più necessario che inserisca percorsi formativi su questi temi. Inoltre crediamo sia necessario inserire una legislazione più severa sulla discriminazione sul posto di lavoro. Siamo convinti che democrazia significhi un allargamento dei diritti e non un loro restringimento e proprio verso un ampliamento democratico dovrebbe muoversi qualsiasi eventuale modifica alla nostra Costituzione.
Per la prima volta in Toscana si svolgerà il Pride e ci impegneremo al massimo per la sua riuscita: riteniamo che sia un’occasione preziosa per lanciare un messaggio importante non solo alle forze istituzionali ma anche all’intera società. L’idea di un paese civile e al passo con i tempi che finalmente superi un tipo di mentalità basata sulla presunta naturalità della famiglia cosiddetta tradizionale, unica a cui purtroppo ancora molte forze politiche attribuiscono lo status di legittimità non è un sogno utopistico da realizzare ma una realtà da riconoscere. Qui non si tratta di una concessione di diritti ma semplicemente di una loro applicazione, che dovrebbe essere scontata in un qualsiasi paese si definisca civile e democratico, proprio in nome di quella giustizia sociale, pubblica e privata che vada a sconfiggere le fratture e le diseguaglianze provocate da pregiudizi e intolleranza nei confronti di chi non rientra in gabbie normative (in questo caso l’eteronormatività) frutto di costruzioni storiche e culturali ma a cui abbiamo conferito un grado di naturalità discriminando o escludendo coloro che sembrano porsi al di fuori di schemi che abbiamo canonizzato e considerato come unici degni di esistenza.
L’umanità e l’espressione umana, in qualsiasi sua forma (purché non lesiva nei confronti di altri esseri umani) sono troppo varie e belle per poter essere rinchiuse in norme erroneamente riconosciute come naturali e che invece servono solo a svilire e a ridurre drasticamente tutta quella varietà e complessità che ci caratterizzano, per questo il nostro intento è lottare contro ogni schema, preconcetto, costruzione, che impediscano la libera espressività, la dignità e la libera esistenza (che senza i giusti diritti non potrebbero essere realizzabili e praticabili) della persona umana, qualunque sia il suo genere, la sua etnia, la sua religione o il suo orientamento sessuale.