Solidarietà alla Comunità delle Piagge: non abbandoniamo le periferie.

donsantoro

Esprimiamo tutta la nostra solidarietà e la nostra vicinanza alla Comunità delle Piagge e al Centro Sociale Il Pozzo, vittime di un furto nella notte tra il 20 e il 21 luglio.

L’ennesimo gesto violento nei confronti della comunità (solo lo scorso maggio era stato bruciato il furgone, fondamentale per le attività sociali e di autofinanziamento della realtà) è indice di una situazione delle periferie che degenera ogni giorno di più.

L’amministrazione comunale si limita alla “lotta al degrado”: dichiarazioni vaghe e ordinanze comunali hanno l’unico scopo di completare la trasformazione della città in mero “accoglitore” di turisti mordi e fuggi. Allo stesso tempo le zone di periferia sono prigioniere del vuoto sociale creato da centri di aggregazione mancanti, da servizi inesistenti e da una ghettizzazione, anche fisica, molto pesante.

Ed è in questa situazione che chi prova a dire che il problema non sono coloro che hanno bisogno di aiuto quanto piuttosto è il modello di società e di città che ci viene imposto a moltiplicare le difficoltà che viviamo quotidianamente, diviene subito oggetto di ritorsioni.

La Comunità delle Piagge negli scorsi giorni, per bocca di Don Santoro, si era scagliata contro il proliferare di sale da gioco nel quartiere: un fenomeno particolarmente pericoloso perché, facendo perno sulle difficoltà di persone che vivono situazioni oggettivamente complicate, permettono a pochi di arricchirsi sfruttando la debolezza di molti. E viene da pensare che non sia un caso che chi si è introdotto illegalmente nel centro sociale abbia portato via non solo il furgone della Comunità e una macchinetta del caffè ma anche la macchina personale del parroco, trovando a colpo sicuro le chiavi nel centro.

Intimidazioni di questo tipo creano seri problemi oggettivi ma allo stesso tempo rafforzano la convinzione che la direzione intrapresa è quella giusta: riempire i vuoti della periferie con cooperazione, aggregazione, cultura e servizi ponendo fine alla folle dicotomia per la quale all’interno di una stessa città esistono due mondi diversi.

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