Rifondazione e il percorso per un’alleanza popolare

Firenze, parco dell’Anconella, 04 luglio 2017

Intervento di Dmitrij Palagi, Segretario provinciale PRC Firenze

Intervengo a questa assemblea non a titolo personale ma come Segretario provinciale di Rifondazione Comunista, sia per rispetto verso la mia organizzazione che per correttezza nei confronti di voi che ascoltate. Come partito vi confermo la disponibilità a prendere parte al percorso di confronto avviato al teatro Brancaccio e riproposto sul piano locale allo Stensen.

Come PRC ci caratterizzano alcuni elementi per i quali ritengo potremmo essere utili per un percorso di ricostruzione dal basso di un progetto politico.

  • Siamo comuniste e comunisti in un paese in cui ha attecchito l’efficace e pluriventennale propaganda promossa dal berlusconismo.
  • Siamo un partito politico, in tempi in cui i partiti raccolgono tutti i pregiudizi di una società spesso incapace di assumersi le proprie responsabilità.
  • Viviamo fuori dalle istituzioni da anni, in una fase dove pare venire rimossa la dimensione politica al di fuori degli appuntamenti elettorali.

Da molti anni cerchiamo di praticare forme di opposizione, talvolta in solitudine, rispetto alle politiche praticate dai governi nell’ultimo decennio, anche quando ci viene (o veniva) detto che non c’erano alternative possibili.

Abbiamo alle spalle una storia sicuramente fatta di sconfitte ed errori, ma non ci mancano anche esperienza e radicamento sul territorio, oltre a contenuti effettivi da portare all’interno delle discussioni. Su questi ultimi siamo interessati alla massima unità possibile, perché non ci interessa rientrare in Parlamento per avere qualche rappresentante nelle istituzioni, ma vogliamo piuttosto dare forza a quei settori sociali a cui ci richiamiamo e questo lo si fa anche stando nelle istituzioni, purché siano chiari gli obiettivi e lo siano i contenuti.

In ogni assemblea, per quanto aperta possibile, rischiamo di rimanere autoreferenziali, se ci accontentiamo di quelli che siamo, del numero più alto da rivendicare rispetto ad un singolo appuntamento.

Non ha senso limitare l’agire politico richiamandosi all’unità della sinistra: è un obiettivo in grado di parlare solo a chi non si è ancora rassegnato, senza rivolgersi esplicitamente a chi i problemi della privatizzazione della sanità li vive sulla propria pelle (rinunciando a qualche analisi o vedendosi costretto a rivolgersi al privato), o a chi rinuncia ad andare in vacanza perchè deve pagare l’affitto e non vuole rischiare di saltare una mensilità.

Dobbiamo parlare a quei settori sociali a cui non interessa la sinistra ma a cui interessa essere difesi. Non dobbiamo difenderli noi, ma dare strumenti politici per mettere ognuno in condizione di difendere se stesso, rendendolo protagonista del progetto che andiamo a costruire. Rimettere insieme il vissuto ed il passato non serve a niente e nessuno, se non per coltivare qualche speranza di consolazione rispetto alle sconfitte.

Noi mettiamo a disposizione un impegno preso per i prossimi mesi: lavoreremo sui temi della marginalizzazione della povertà e sulla repressione del dissenso. Cercheremo di dare forza alle esperienze di resistenza talvolta criminalizzate e messe sotto processo, così come tenteremo di smontare la falsa narrazione per la quale la povertà riguarderebbe pochi e meriterebbe di restare in penombra.

Su questi elementi e su contenuti chiari siamo quindi sicuramente a disposizione, senza volontà di pseudo-egemonizzazioni o strumentalizzazioni.

Siamo un’organizzazione riconosciuta dalla Costituzione e che cerca di essere il più trasparente possibile, oltre che il più a disposizione possibile per raggiungere degli obiettivi reali, anche rispetto a quelli che eventualmente riusciremo a darci insieme.

 

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