Roberto Travagli, responsabile lavoro e lavoro di massa, PRC – Federazione di Firenze
Recuperare la dignità del lavoro, inteso non solo come forma di accesso al reddito ma anche come elemento di amor proprio, fierezza e di appartenenza sociale. E ciò è necessario soprattutto in un un contesto politico-sociale come quello attuale, in cui prosegue lo smantellamento dei diritti dei lavoratori, dove le riforme del lavoro sembrano avere a cuore solo gli interessi delle imprese, senza tener in alcun conto della vita e della dignità dei lavoratori.
Occorre lavorare al recupero di una coscienza di classe che gradualmente si è andata a perdere, o per meglio dire, che è stata volutamente logorata dal liberismo. Occorre tornare a vincere sul terreno della narrazione, alternativa e contraria a quella oggi dominante su cui si poggiano le politiche neoliberiste.
Sono riusciti ad atomizzare la volontà delle lavoratrici e dei lavoratori, a individualizzare i loro progetti di vita, sbiadendo così l’identità delle persone, che era fondata sul lavoro. Hanno tentato di rendere invisibile questa identità, in modo che la classe lavoratrice perdesse il suo ruolo di riferimento.
Ciò che noi dobbiamo fare è restituire alle persone la loro identità, tornare scalfire l’egemonia del neoliberismo anche nello stesso campo delle idee.
Con questa riflessione le battaglie su voucher e appalti rappresentano solo un primo passo in cui confrontarsi: ciò che ci attende è un lavoro ben più grande, un lavoro minuzioso di ricostruzione del concetto di classe e di appartenenza vista nell’ottica dello scontro tra capitale e lavoro.
Uscire dalla logica, che le risorse sono scarse e che siamo in un momento di crisi e che quindi questo richiede sacrifici, così ci viene sempre detto, in realtà tutti sappiamo che il 5% dei ricchissimi possiede un terzo della ricchezza totale.
C’è né per abrogare la controriforma delle pensioni, ridurre l’orario di lavoro, dimezzare la disoccupazione, istituire il reddito minimo, rilanciare il welfare.
Non l’uno contro l’altro, ma insieme, per l’uguaglianza, la giustizia sociale, il benessere delle persone.
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