Non siamo eretici, ma rivoluzionari (intervento al X Congresso nazionale del Segretario provinciale)

Le tre giornate del Congresso nazionale sono state riprese e registrate da RadioRadicale, che le rende disponibili sul proprio sito (qui la prima, qui la seconda e qui la terza giornata). In fondo il testo dell’intervento.



Non siamo eretici, ma rivoluzionari

Intervento al X Congresso nazionale di Rifondazione Comunista del Segretario provinciale di Firenze (Spoleto, 2 aprile 2017)

Care compagne e cari compagni,

accolgo il privilegio di poter intervenire al Congresso nazionale per proporvi una riflessione sul nostro Partito, almeno in parte condivisa con le compagne e i compagni della Federazione di Firenze, di cui ho l’onore di essere stato riconfermato Segretario provinciale. Dati i cinque minuti a disposizione taglierò una parte rilevante di quanto avevo scritto, ma parto comunque dal ringraziamento al Circolo di Spoleto e alle compagne e ai compagni che ci hanno permesso questi tre giorni. Penso sia bene avere sempre presente il riconoscimento verso la militanza delle persone che con sacrificio dedicano il loro tempo alla nostra organizzazione, che deve essere comune a tutte e tutti noi. Credo che soprattutto nei momenti di rancore, tensione, discussione accesa, anziché finire per offendere o offenderci, dovremmo tentare di ricordare i motivi per i quali teniamo aperto il progetto della Rifondazione Comunista.

Sono iscritto dal 2006 e dalla mia prima tessera mi sono sentito chiedere: “perchè non vi sciogliete?”. Sono passati undici anni e ancora la domanda è: perchè non vi sciogliete?”. Rispondere a questa domanda non è scontato e non lo deve essere per noi.

Il ringraziamento alle compagne e ai compagni di Spoleto lo tengo di conto perchè in questi quasi due anni da Segretario provinciale ho ripensato molto al clima che siamo riusciti a vivere all’interno delle due feste nazionali, del 2015 e 2016, anche tra compagne e compagni che invece nelle discussioni politiche magari si offendono a vicenda, o si offendono per quello che sentono (o si sentono dire). L’invito è quindi ricercare un clima diverso di confronto e ricostruzione partendo dalle cose che riusciamo a fare. “C’è bisogno di rivoluzione” titola il nostro Congresso, ma la rivoluzione è prassi, basata ovviamente sulla teoria, ma che vive e deve vivere nelle azioni delle compagne e dei compagni.

Tra le priorità a cui dobbiamo far fronte c’è il rischio di scioglimento del Partito per consunzione, per stanchezza. Dobbiamo essere in grado di ridare speranze, energie e prospettiva alla forte stanchezza diffusa nel tessuto militante, tenendo conto che non è scontato tenere in piedi Rifondazione Comunista. Nessuno ci obbliga a insistere, quindi dobbiamo partire dai motivi per cui insistiamo.

Nonostante nella terra che ci ospita siano presenti molte suggestioni medievali, visto anche il poco tempo a disposizione, non voglio dilungarmi su questioni personali, ma voglio comunque condividere l’esigenza che ha mosso la mia tesi di laurea in filosofia medievale, discussa pochi mesi fa. Ho scelto “il problema del papa eretico” non pensando all’attuale pontefice, anche se nei bar ci dicono che è “l’unico di sinistra rimasto”, ma per una frase di Gramsci, per la quale il movimento comunista è quello in cui non vi sono eretici, perchè non è chiesa. Noi sappiamo come è andato il Novecento. Qui fuori c’è un libro dedicato a Secchia, definito “rivoluzionario eretico”, mentre due anni fa Ingrao è stato definito “eretico senza scisma” da Bertinotti. Mi pare che nei nostri dibattiti ancora spesso ci si identifichi con l’essere dei “comunisti eretici”. Non ha però molto più senso oggi percepirci come sconfitti. Viviamo un periodo storico più simile a quello “delle origini” di un movimento storico. Non c’è una Terza Internazionale da cui prendere le distanze, o un’Unione Sovietica da cui discostarsi. Dobbiamo riuscire ad uscire dalla sindrome della sconfitta e smettere di pensare che si ha ragione quando si perde. Al di fuori di noi dobbiamo riuscire a trasmettere una proposta alternativa, capace di realizzarsi e di affermarsi, di raccogliere attorno a sè entusiasmo e partecipazione.

Taglio citazioni e altre riflessioni per chiudere con un ringraziamento alla Segreteria e al Segretario nazionale. Fino ad oggi ho sempre detto che eravamo un partito anomalo anche perchè tutti i Segretari nazionali avevano lasciato il Partito. Da oggi non potrò più dirlo ed è ovviamente motivo di grande soddisfazione.

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