Mussolini in Università: adesione alla contestazione

“Mussolini parla all’univesità”.

Chi è la “disonorevole” relatrice? Una deputata secondo la quale è “meglio essere fascisti che froci”, impegnata storicamente nel campo della reazione civile, costruitasi mediaticamente come baluardo dell’intolleranza.

Chi si nasconde dietro il “diritto democratico” di lasciare libera espressione a tutti dovrebbe anche impegnarsi quotidianamente nel campo della coscienza civile (o della cultura), contrastando in ogni modo le idee anticostituzionali, nel rispetto di un impianto, ormai sempre più svuotato, nato in seguito a oscuri decenni di guerra e barbarie.

Grave la neutralità di rappresentanti istituzionali (anche accademici) sempre pronti a schierarsi dalla parte di un sistema in grave crisi di rappresentanza e che, anno dopo anno, continua a perdere ogni tipo di riconoscimento.

Anziché ricercare un confronto con le studentesse e gli studenti, discostandosi per un momento dal ruolo istituzionale attribuito loro dal mondo accademico, in troppi oramai, a partire dal rettore Dei (che si è espressamente rifiutato di annullare l’iniziativa), si mostrano accondiscendenti ad un modello di università che di certo non stimola lo sviluppo del pensiero critico ma che si limita sempre più a dispensare lezioni frontali senza fornire alcuno altro spazio (anche fisico) di discussione ed approfondimento.

Riteniamo che sia del tutto inaccettabile che, dopo anni durante i quali gli spazi del Polo delle Scienze Sociali sono stati gestiti in modo ferreo (spesso ricorrendo alla presenza delle forze dell’ordine) e svenduti a privati per favorire il proliferare di attività commerciali, ci si nasconda dietro alla foglia di fico del “dare democraticamente parola agli studenti” per giustificare la presenza di una europarlamentare dichiaratamente fascista.

Non possiamo che aderire alla contestazione alla sgradita ospite dell’Università di Firenze, indetta per questo venerdì, provando a chiarire al sistema di informazione (che probabilmente ha già scritto gli articoli del sabato mattina) come il problema non sia vietare a qualcuno di esprimere le proprie idee, quanto lasciare che determinate idee passino senza minima contestazione, certificando una condizione di rassegnazione già vissuta per anni dal nostro giovane paese.

Tesina-resistenza

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