Residenze cancellate e sfratti in piena emergenza Covid-19: la repressione della povertà in scena a Firenze
Segreteria provinciale del Partito della Rifondazione Comunista, 23 ottobre 2020
Grazie alle denunce dei movimenti e delle organizzazioni sindacali, in questi giorni di forte incertezza, a ridosso delle temperature invernali, si susseguono vergognose vicende e pagine di pesanti ingiustizie sociali.
Nonostante le mozioni approvate in Consiglio comunale a Firenze, anche grazie all’iniziativa del gruppo consiliare di Sinistra Progetto Comune, con cui si sono chieste l’interruzione delle cancellazioni di residenza anagrafica per irreperibilità e la proroga del blocco degli sfratti fino almeno al 31 settembre 2021, ecco che la povertà e la fragilità sociale vengono rimosse (o meglio nascoste), gestendole in termini di ordine pubblico.
Il caso più noto è stato quello di un bambino di due anni, cittadino italiano e nato a Firenze, che si è visto “cancellato” dal suo Comune a giugno di questo anno. Pare che le istituzioni stiano trovando una soluzione, che però varrà solo per lui, mentre c’è incertezza per la madre e per le decine di altre persone che vivono sulla loro pelle questa negazione di un diritto costituzionale che dovrebbe essere indiscutibile, perché corrisponde “semplicemente” a un’attestazione di esistenza, da cui poi seguono una serie di diritti e doveri.
In via Rocca Tedalda, due giorni fa, si è portata avanti una procedura di decadenza, da un alloggio di Edilizia Residenziale Pubblica, che ha portato una donna a non avere più un tetto sulla sua testa.
La persona è ora sotto processo ed è stata arrestata per resistenza aggravata, quindi l’Amministrazione ha scelto di concentrarsi su questi aspetti, per evitare di parlare di come il Comune (non) affronti l’emergenza abitativa.
Il tutto con una Giunta che a Firenze attende di essere completata e che vede le deleghe della casa, del sociale e dei servizi demografici ancora vacanti, visti gli imbarazzanti spettacoli offerti da Partito Democratico e Italia Viva, che a cascata devono aver spinto Nardella ad aspettare…
