Manuela Ciriello, Segreteria provinciale PRC Firenze
Il disegno di legge della Repubblica n° 2092, approvato dalla Camera in data 13 ottobre 2015, non ha passato l’esame del Senato.
Non avrebbe introdotto in Italia il diritto di cittadinanza per nascita, dato che uno dei requisiti necessari è individuato nel possesso del permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo da parte di uno dei due genitori.Per averlo la famiglia deve dimostrare di avere un reddito minimo non inferiore all’importo annuo dell’assegno sociale, la disponibilità di un alloggio che risponda ai requisiti di idoneità previsti dalla legge ed è anche necessario il superamento di un test di conoscenza della lingua italiana.
Il criterio di nascita non è quindi sufficiente e lo ius soli non sarebbe automatico.
Se la legge fosse stata approvata si sarebbe riconosciuto il diritto di cittadinanza ai bambini stranieri nati in Italia e a quelli nati all’estero ma giunti nel nostro paese entro i 12 anni.
Il disegno di legge prevede infatti anche lo ius culturae, cioè il superamento della nazione su base etnica, con uno Stato fatto di condivisione territoriale e di vita tra persone di origine diversa, permettendo di ottenere la cittadinanza anche ai figli di genitori stranieri con permesso di soggiorno o a chi abbia concluso almeno il ciclo scolastico nel nostro Paese.
La domanda dovrebbe essere presentata da uno dei due genitori entro il compimento della maggiore età del figlio, oppure potrebbe essere presentata dal diretto interessato una volta diventato maggiorenne, che avrebbe due anni di tempo per presentare la domanda
5 milioni di immigrati stranieri vivono in Italia. 800mila sono i minori in Italia nati da genitori stranieri (dati ISTAT 2015).
Di fatto questi ragazzi sono qui, nati e cresciuti in Italia, studiano nelle nostre scuole, parlano italiano, vivono in Italia: sono invisibili ma ci sono, vengono indicati come stranieri ma non lo sono.
Ricordiamoci che quando approvarono la legge Bossi/ Fini furono regolarizzati oltre 200 mila immigrati, che qui già lavoravano. Sono passati 15 anni da allora: mi sembra evidente che oggi si voglia negare a queste persone di legalizzare i loro figli, che sono nati in Italia. La legge è il riconoscimento di un diritto. “Non sono clandestini” .
In Italia siamo riusciti a creare degli stranieri in patria, italiani con il permesso di soggiorno.