In oltre cinquecento già dalla partenza in Piazza San Marco oggi hanno risposto all’appello lanciato in difesa degli undici manifestanti denunciati in seguito ai fatti dello scorso dicembre: in oltre cinquecento per protestare contro una decisione che punisce chi si batte per difendere i valori dell’antifascismo che sono alla base della nostra società e allo stesso tempo concede agibilità politica a chi fa carta straccia dei valori che la storia ci ha consegnato.
Che il clima a Firenze negli ultimi anni si sia riscaldato è innegabile: se le maniere forti vengono usate nei confronti di chi manifesta o occupa spazi inutilizzati, lo stesso di certo non possiamo dire che accada con chi si nasconde dietro maschere poco velate per fare propaganda razzista e fascista.
Il punto è proprio che negli ultimi anni, in nome della libertà di espressione garantita dalla nostra carta costituzionale, si fa finta di non vedere che questa subisce attacchi molto gravi da parte di chi diffonde odio nei confronti del diverso, non riconosce il diritto all’autodeterminazione delle donne e si rifà ad una storia che è stata sconfitta dalla Resistenza.
Prima con una (non tanto) velata equiparazione tra repubblichini e partigiani, con la storia che alla fine erano tutti uguali, fascisti e non, poi ignorando deliberatamente (e nei peggiori dei casi fornendo supporto) l’impianto fascista di associazioni come CasaPound.
E questo è esattamente quanto è successo lo scorso dicembre: i fascisti di Forza Nuova sono stati lasciati liberi di lanciare le loro provocazioni diffondendo odio nei confronti degli stranieri mentre chi era alla Piagge per dire no a quella vile strumentalizzazione subisce oggi gravi conseguenze.
Oggi in tanti hanno ricordato che, nonostante le intimidazioni, Firenze resta antifascista.