Viviamo tempi difficili, in cui sembra non esserci alternativa allo stato di cose presenti, nonostante sia evidente che la storia non si è conclusa nel Novecento. La crisi economica non è bastata a sviluppare in chi si ritrova a viverla come opportunità di cambiamento. Prevale la rassegnazione o una sterile contestazione su argomenti fuorvianti.
Siamo, ad esempio, tutti interessati a capire quanti corrotti siedono in Parlamento, tralasciando quanti lavoratori dipendenti (o piccole partite IVA) siano passati dal loro impiego alla politica istituzionale (un tempo si sarebbe parlato di “composizione di classe”).
Ci raccontano che siamo tutti sulla stessa barca ma così non è. Le divisioni esistono e sono molto più materiali dei confini tracciati sulle carte geografiche. La divisione è tra chi è costretto a vivere del proprio lavoro e chi sfrutta il tempo delle altre persone.
La società è certo cambiata, ma non la necessità di organizzare una resistenza in tutti gli ambiti delle lavoratrici e dei lavoratori, oltre che in ogni altro spazio di vita (come lo studio), in cui si è imposto un modello individualista dove viene cancellata ogni aggregazione ed organizzazione.
Sinistra è diventata in larga parte d’Europa sinonimo di gestione dell’esistente, di riforme che con false promesse hanno cancellato diritti e conquiste fondamentali per la dignità di ognuno di noi. Siamo consapevoli degli errori che abbiamo alle spalle, ma vogliamo farne tesoro senza cancellare la positiva tradizione di quel movimento delle lavoratrici e dei lavoratori con cui si è regalato a intere generazioni un futuro migliore di quello dei loro nonni.
Andiamo in controtendenza: proponiamo un modello di partecipazione diretto, capace di accogliere le comodità delle nuove tecnologie ma non privo di momenti di reale confronto (non bastano un sito ed una mail). Costruiamo un partito capace di guardare in avanti in cui vivere e promuovere il conflitto nella società, a difesa dei diritti di chi non ha altri mezzi che l’unità e la solidarietà.
Per difendere la sanità pubblica, l’istruzione di qualità, promuovere i valori della Costituzione anche nei luoghi di lavoro, un’equa fiscalità e lavorare per un superamento in positivo di questa società c’è bisogno di partecipazione, speranza e concreta capacità organizzativa.
L’attualità della Resistenza e l’importanza del Primo Maggio sono valori fondamentali perché di stimolo per il presente. Contro ogni strumentalizzazione e vuota celebrazione sappiamo di doverci impegnare per continuare a far vivere la dignità di chi vive nel proprio lavoro in queste due importanti giornate!