Dopo gli attentati di Parigi

All’11 settembre 2001 si è risposto con delle guerre che hanno reso il Medio Oriente del XXI secolo più instabile che in passato. Le responsabilità dei governi occidentali non si possono esaurire con le scuse di Blair rispetto alle falsità con cui si è giustificata l’esportazione di democrazia. Ancora oggi l’Unione Europea e gli Stati Uniti, anche attraverso la NATO, scelgono come alleati strategici il governo Erdogan e gli emirati. Nelle carceri turche ed israeliane rimangono rinchiusi progressisti e laici, mentre le destre avanzano in tutte le democrazie, anche a causa della povertà e della barbarie da cui fuggono migliaia di persone.

Per tutti questi motivi oggi eravamo in imbarazzo a condividere la piazza con rappresentanti delle forze di governo, come il sindaco Nardella ed altri istituzionali. Umanamente eravamo in piazza insieme a tutte e tutti, sapendo che in momenti di lutto e dolore si deve ricercare la massima unità possibile: nessuno era proprietario esclusivo della manifestazione spontanea a cui abbiamo aderito. Chi però si è distinto dalla cittadinanza, con il proprio incarico politico, dovrebbe rispondere delle scelte che i nostri esecutivi compiono in campo internazionale. Nascondersi dietro all’inevitabilità delle guerre, a pochi giorni dall’appuntamento NATO che si terrà a Firenze, significa essere complici dell’odio propagandato da Fratelli d’Italia e Lega Nord, poiché giustificano una lettura che sostituisce alle questioni politiche la favola nera dello scontro di civiltà.

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