Bekaert/Ex Pirelli di Figline Valdarno: salviamo il lavoro, salviamo i lavoratori

Bekaert/Ex Pirelli di Figline Valdarno: salviamo il lavoro, salviamo i lavoratori

Le compagne e i compagni del Circolo del Valdarno Fiorentino, insieme a chi con noi porta avanti l’esperienza di Potere al Popolo e al Partito Comunista Italiano, hanno elaborato questo comunicato e contributo, a cui aggiungiamo la sottoscrizione da parte di tutta la Federazione fiorentina del PRC.

La lotta per la difesa della fabbrica ex Pirelli di Figline e dei suoi 318 lavoratori è una battaglia emblematica per la dignità di un intero territorio.

Una mobilitazione che i lavoratori stanno portando avanti con tenacia e coraggio e di cui tutti i valdarnesi non possono che essere orgogliosi e grati, come dimostra la grande solidarietà in questi giorni di presidio.

La ex Pirelli di Figline, ceduta a Bekaert  nel 2013,  rappresenta uno dei siti  industriali più importanti del Valdarno, una fabbrica in cui generazioni di valdarnesi hanno lavorato fin dagli anni 60 alla produzione della cordicella d’acciaio per gomme “steelcord”; dopo gli anni del grande boom economico che portarono l’organico della fabbrica a oltre 1000 operai, si sono susseguite nel tempo una serie di manovre speculative che hanno progressivamente ridotto le attività produttive e il numero degli addetti.

Di fatto già dal 2008 Pirelli approfittava della cassa integrazione  per i suoi operai di Figline eppure allo stesso tempo usufruiva di finanziamenti europei per avviare nuove attività all’estero.

Nel 2013 Pirelli completava il suo disimpegno dalla produzione dello steelcord avviando la cessione alla multinazionale belga Bekaert dell’intero ramo produttivo (dislocato oltre che in Italia, in Turchia, Cina, Romania e Brasile) a partire dalla fabbrica del Valdarno; in quel passaggio i lavoratori di Figline pagavano i primi 53 esuberi mentre Bekaert otteneva il monopolio sul mercato.

Peraltro veniva siglato con il “supporto” del governo italiano un accordo che garantiva la produzione nel sito di Figline fino al 31 dicembre 2017 (senza garanzie di investimenti a lungo periodo), una scadenza nefasta che nessuno negli anni si è preoccupato di disinnescare diversificando la produzione e vincolandola al territorio; così Bekaert con un atto di arroganza ha avviato a giugno  2108 la dismissione dello stabilimento e il licenziamento dei 318 dipendenti.

Senza una profonda critica sistemica ed una concreta azione di contrasto del modello di sfruttamento capitalista che arricchisce i padroni sulla testa dei lavoratori, negando diritti, tutele e aspettative, anche le promesse dal nuovo governo Lega/Cinquestelle, in particolare dal ministro Di Maio, finalmente accorso pochi giorni fa a Figline Valdarno, rischiano di dimostrarsi una mera operazione di propaganda elettoralista.

Non è inoltre ammissibile che le normative nazionali e internazionali consentano e anzi favoriscano speculazioni basate sul massimo ribasso del costo del costo del lavoro, situazione diffusa di fronte alla quale le modeste multe previste dal nuovo decreto del Governo contro le delocalizzazioni, risultano minimali e inefficaci.

Le istituzioni si facciano carico di restituire vera dignità ai lavoratori attraverso immediati strumenti di sostegno economico e dove necessario intervenendo direttamente nel rilancio e nella gestione dello stabilimento e del processo industriale.

Come Partito della Rifondazione Comunista insieme a Potere Al Popolo e al Partito Comunista Italiano, sosterremo senza remore la lotta dei lavoratori e delle loro famiglie che continuerà a intensificarsi fino alla risoluzione della vertenza.

Immagine ripresa dalla pagina Facebook I Lavoratori Bekaert sono io

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