Care compagne e cari compagni,
mercoledì 24 ottobre si tiene l’assemblea territoriale provinciale di Firenze di Potere al Popolo.
Come Segretario della Federazione mancherò all’appuntamento, come altre compagne e compagni che pure hanno aderito a questa organizzazione. Non è una decisione semplice, anche perché durante questi mesi Rifondazione Comunista è stata organicamente parte del progetto, con il proprio tessuto militante e dirigente impegnato su tutto il territorio.
La mia valutazione è che a Firenze, in città soprattutto, il pregiudizio verso il Partito rischierebbe di avvelenare rapporti fino a oggi rimasti nel campo del rispetto reciproco, tolti alcuni momenti spiacevoli, come il trattamento riservato a chi aveva chiesto di fermare la contrapposizione tra le due proposte di statuto alle consultazioni nazionali.
Nel fare politica non posso mettere tra parentesi l’appartenenza a una comune realtà (il PRC appunto): la scelta nazionale, sostenuta anche sul piano locale da chi gestisce coordinamento e assemblea, di proseguire con la strutturazione di PAP, ignorando le ragioni di una parte del coordinamento nazionale, è esplicativa di quanto si voglia tener conto di chi la pensa diversamente.
Gli scontri tra compagne e compagni dovrebbero però sempre essere evitati. La nostra lunga storia di scissioni ce lo ha insegnato. Nelle comuni battaglie ritroviamo molte e molti che in o con Rifondazione hanno avuto responsabilità e incarichi, mentre oggi il gruppo dirigente locale vede anche persone anagraficamente arrivate in fasi successive.
Sarebbe spiacevole per tutte e tutti avvelenare i pozzi comuni.
Rimango un aderente a Potere al Popolo, così come diverse decine e decine di iscritte/i a Rifondazione Comunista, sulla base del manifesto 2017.
Spero e speriamo che la situazione si evolva in senso positivo, senza ulteriori rotture, anche se la situazione ci pare decisamente negativa e scoraggiante per le molte persone che ci hanno creduto, con fiducia e speranza.
Non rifiutiamo il confronto ma nemmeno ci pare sensato prendere parte a una procedura nella quale non ci riconosciamo e che a livello nazionale non riconosce alternative, violando regole condivise, deridendo una parte, rifiutando persino di ritirare un documento nonostante la richiesta dei suoi proponenti, …
Questa nota non ha carattere riservato semplicemente perché purtroppo si tratta di vicende ben note a chi le segue anche solo sui quotidiani. Non mi interessa però alimentare alcuna polemica e per questo evito di entrare nel merito delle ragioni per cui siamo arrivati a questo punto.
La lotta di classe delinea confini ben precisi. Dimenticarsene è sempre stato, storicamente, il più bel regalo ai nostri avversari.
Dmitrij Palagi,
Segretario provinciale PRC Firenze
23 ottobre 2018