Nel mondo ci sono 2.6 milioni di fedeli di fede islamica, di cui 900 mila sono cittadini italiani.
A febbraio 2017 è stato firmato Il patto nazionale per un Islam Italiano, voluto dal Ministro dell’Interno Minniti. Nel mese di aprile si è aperta una diatriba, che continua anche in questi giorni, relativa alla Moschea a Firenze: da tempo si parla della costruzione di un luogo di culto che sia degno e rispettoso, dove i fedeli musulmani possono pregare e vivere la propria religione in piena dignità.
Il 14 marzo, il Sindaco Nardella, in visita al luogo di culto musulmano in piazza dei Ciompi, si è fatto scappare un’idea relativa ad una possibile Moschea nella vecchia Caserma Gonzaga – Lupi di Toscana a Scandicci. Anche l’Arcivesco Giuseppe Betori si è espresso in quella occasione, dicendo che è giusto che abbiano un luogo di culto che sia rispettabile e dignitoso per pregare Dio.
Su questa idea ci sono stati incontri tra l’Imam Izzedin Elzir, il Comune di Firenze e la Città Metropolitana: è stato aperto un percorso partecipativo e di condivisione relativo al prossimo 27 maggio, inizio del Ramadan – il mese in cui fu rivelato il Corano come guida per gli uomini, che prevede il digiuno ed un’intensificazione delle preghiere che si concluderà il 24 giugno.
Abbiamo visto sui giornali dibattiti infiniti su questo tema. Ci sono state prese di posizione, offerte e ritrattazioni relative alla Caserma Gonzaga. Una parte della cittadinanza di Scandicci si è dichiarata contraria alla Moschea sul proprio territorio ed il Sindaco Sandro Fallani non si è dimostrato per nulla entusiasta della decisione, spiegando come gli fosse stato assicurato che si sarebbe trattato di una soluzione provvisoria, mantenendo la caserma destinata ad altri usi (non di culto). Il Sindaco di Campi Bisenzio, Emiliano Fossi, ha prontamente ricordato che nel suo Comune esiste già un centro islamico, in via Cattaneo: non sarà una moschea, pare aver voluto dire, ma comunque uno spazio è stato creato.
In questa girandola di notizie resta il fatto che i musulmani di Firenze non hanno un vero luogo di culto in cui professare la propria religione.
Proviamo a ricordare cosa recita la nostra Costituzione…
Art. 3: così tutti i cittadini hanno pari dignità e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche di condizione personali e sociali ….
Art. 8: tutte le confessioni religiose sono egualmente libere. Davanti alla legge le confessioni religiose diverse da quella cattolica hanno diritto di organizzarsi secondo i propri statuti, in quanto non contrastino con l’ordinamento giuridico italiano. I loro rapporti con lo stato sono regolati per legge sulla base di intese con le relative rappresentanze.
Art 19: tutti hanno diritto di professare liberamente la propria fede religiosa in qualsiasi forma, individuale o associata, di farne propaganda e di esercitarne in privato o in pubblico il culto, purché non si tratti di riti contrari al buon costume;
Art. 20: il carattere ecclesiastico e il fine di religione o di culto di una associazione ed istituzione non possono essere causa di limitazione legislativa, né di speciali gravami fiscali per la sua costituzione, capacità giuridica e ogni forma di attività.
La firma del recente Patto per un Islam Italiano ha portato ad alcune regole per la comunità musulmana che dovrebbero garantire entrambe le parti: tra queste troviamo la recitazione sia in arabo che in italiano. Larga parte dei timori legati alle moschee nascono da un’errata identificazione della religione islamica con il terrorismo. Sono gli stessi musulmani a prendere continuamente le distanze dall’ISIS ed altri fenomeni più legati a dinamiche sociali che di culto.
A questo punto, però, il problema rimane, i musulmani hanno diritto ad avere un luogo di culto rispettabile e di non essere “arginati” in qualche periferia. Serve un vero luogo di culto a Firenze, in grado di garantire dingità, sicurezza, trasparenza, secondo regole condivise e chiare, quali già esistono.
Dobbiamo creare le condizioni per un’integrazione reale, dove non si guardi all’altro come al nemico, ma lo si individui come occasione per costruire percorsi di partecipazione. L’altro e l’altra come arricchimento, culturale e sociale, come opportunità per costruire una comunità multietnica ed integrata, capace di dialogare e di dare valore alle città.
Si dice spesso che siamo stati un popolo di migranti ma troppo poco si ricorda che ancora lo siamo, considerati i connazionali partiti per l’estero negli ultimi anni. Non è in corso nessuna invasione, ci sono dei cambiamenti culturali inevitabili, da affrontare per andare verso una società integrata e di dialogo. Quindi sì alla moschea, nel rispetto di tutte le religione della Costituzione italiana.
Manuela Ciriello, Segreteria provinciale PRC Firenze, 11/05/2017