Comitato Politico Federale Dicembre 2016 – Relazione introduttiva

Relazione introduttiva del Segretario provinciale, Dmitrij Palagi
Comitato Politico Federale di mercoledì 7 dicembre 2016

Per gli Oxford Dictionaries la parola dell’anno è post-truth, frequentemente tradotta in italiano con il lessema post-verità. L’espressione si è innestata in una ricostruzione degli ultimi avvenimenti politici del blocco occidentale, nel tessuto di frasi del sistema di informazione. La cornice del quadro in cui si inserisce è quella del populismo, indefinita quanto lo è stata quella della globalizzazione all’inizio del nuovo millennio.

La crisi della rappresentanza, che ha investito le forze socialdemocratiche ed i i corpi intermedi in generale, viene oggi reinterpretata come implosione di un presunto equilibrio di governance globale affermatosi negli anni ’90 e consolidatosi nel recente passato. La vittoria di Syriza in Grecia, l’affermarsi di Corbyn nel Labour, la Brexit, la sconfitta di Hillary Clinton, il fallimento dei trattati internazionali, la vittoria del no il 4 dicembre: tutto concorre a definire un quadro surreale per molti analisti e giornalisti. La narrazione di una società destinata al libero scambio, con l’espansione della sfera dei diritti affiancata alla conquista di nuovi spazi di mercato, è stata contrastata dal movimento no global e viene criticata oggi anche dai suoi più accesi sostenitori. Il sistema funzionerebbe, ci dicono; il problema sarebbe stato quello di un’errata redistribuzione
delle ricchezze. L’Organizzazione Internazionale per il Lavoro (International Labour Organization) ha promosso uno studio, pubblicato il 20 ottobre 2016, sulla scomparsa della classe media, per come è stata conosciuta nel secondo dopoguerra. La crisi economica del 2008 avrebbe solo implementato una disuguaglianza partita almeno venti anni fa, causata dal venire meno della contrattazione collettiva, dallo smantellamento dell’impianto dei diritti della classe lavoratrice.
In Gemania lo stesso segretario di Stato presso il ministero del Lavoro federale, Thorben Albrecht, intervistato dall’autore dello studio Oil, Daniel Vaughan-Whitehead, ha ammesso che il ceto medio tedesco si è ridotto a causa dell’avanzare delle forme atipiche d’impiego – ed in particolare del part time – tra i lavoratori del manifatturiero, tradizionalmente ben tutelati e ben pagati” (Micaela Cappellini, Ceto medio, un declino di lunga data, il Sole 24 Ore, 05/12/2016, p. 20).

Occorre tenersi fuori da ricostruzioni approssimative, evitando di introiettare l’idea che si sia in un clima di post-verità, dove è possibile leccare le matite copiative, o presentarsi con la gomma da cancellare presso il seggio. Si finirebbe per credere ad un miliardario campione del proletariato statunitense, sottovalutando il problema di un elettorato che rimane a casa, lasciando alla destra un’insperata vittoria. Sul piano globale, con una sinistra in crisi anche nel continente latinoamericano ed una disattenzione a quanto avviene in Asia ed Africa, in troppi sono convinti che sia corretto inseguire le destre, anziché proporsi in modo autonomo, rivendicando l’opposizione alla globalizzazione che fu esclusiva del movimento no global e di chi lo accompagnò in modo più o meno critico.

Per il mese di gennaio e febbraio la Segreteria intende impegnarsi in una riflessione, aperta, sul populismo, a partire da questo impianto critico, cercando di ignorare ogni facile riduzione analitica. Il conflitto capitale-lavoro è inevitabilmente legato ai mutamenti internazionali, anche rispetto alle nuove tecnologie e ad un futuro di “graduale riduzione del lavoro necessario” (Carlo Carboni, Le sfide della jobless society, il Sole 24 Ore, 05/12/2016, p. 20).
La nostra Federazione può rivendicare il lavoro politico svolto in queste settimane, su cui si concentrerà una relazione specifica per illustrare i risultati raggiunti. Dal punto di vista dei contenuti ci siamo qualificati nel merito dei problemi sopra accennati, concentrandoci sulle “ragioni di classe” per votare no, delineando le linee per la proposta politica su cui dovremo lavorare nei prossimi mesi.

La vittoria referendaria non può essere ascritta esclusivamente all’opposizione di sinistra, anche se non deve essere sottovalutata la scelta di ANPI, ARCI, CGIL (realtà affiancatisi alla più consolidata opposizione a questo Governo del sindacalismo di base). Nel campo della “sinistra storica” si apre ora una discussione a cui sarebbe insensato non partecipare. “Sinistra Italiana, Alternativa Libera, Possibile, Rifondazione Comunista, L’Altra Europa con Tsipras, Partito Comunista Italiano: sono almeno sei i soggetti interessati alla rappresentanza parlamentare di qualcosa a sinistra del Partito Democratico. Poi esistono i partiti (più che altro comunisti) che ritengono l’interesse elettorale il problema centrale della storia della Rifondazione Comunista degli anni ’90 (da cui quasi tutti i protagonisti di oggi provengono). PCL, PDAC, Partito Comunista, et cetera: loro almeno provano a confrontarsi su dei progetti (per quanto possano essere considerati avulsi da una condizione di efficacia)” (sono parole scritte per Il Becco del 05 dicembre 2016).

Da una parte assisteremo al consueto susseguirsi di appelli per non disperdere le forze attivatesi in questi mesi elettorali: avvenne persino dopo l’esperienza di Rivoluzione Civile. Dall’altra il rischio è che l’obiettivo di troppi sia esclusivamente il “ritorno in Parlamento”, con divisioni su quote e percentuali delle liste.

Dobbiamo riprendere la nostra attività consapevoli di non poter trasformare una vittoria difensiva in una conquista progettuale. Mettere a valore un successo non implica un travisamento. Rispetto alla nostra Federazione, dobbiamo essere consapevoli che in Toscana il no ha prevalso solo nelle province di Grosseto, Livorno e Massa Carrara. Che parte dell’elettorato antifascista ed antirazzista ha votato sì, per paura delle destre? La proposta politica può facilmente concentrarsi ora per la richiesta di attuazione della prima parte della Costituzione. Dignità del lavoro, pace, sanità pubblica, sistema previdenziale, et cetera; su questi articoli quante realtà del fronte del no saranno disponibili ad impegnarsi? Cercare di non cedere nulla rispetto al piano del confronto unitario è l’unico modo per non finire isolati e marginalizzati per anni, mentre si aprono discussioni importanti dentro alle realtà sindacali ed associative.

Dobbiamo rifiutare ogni logica esclusivamente tattica, pretendendo una discussione trasparente e sui progetti. Non abbiamo alcun interesse a sostenere forme di nostalgia ulivista, né ha senso inseguire tavoli autoreferenziali e alieni rispetto ai processi reali. Dobbiamo essere aperti a chi è parte delle nostre classi sociali di riferimento, non limitarci a parlare con le Segreterie di altre sigle. Presentare il nostro simbolo alle elezioni, senza rifiutare di allearci con altri, ottenendo risultati non mortificanti, è un esempio di ciò che dobbiamo fare, vivendo il momento elettorale come passaggio di verifica dell’attività quotidiana. Abbandonata ogni speranza di centrosinistra, occorre una forza politica in grado di ripensare al comunismo nel XXI secolo.

Il lavoro da svolgere è molto e dovrà tener conto anche di una insofferenza diffusa tra il nostro tessuto militante e simpatizzante, attraversato da sentimenti contrastanti rispetto a chi ci è più vicino sul piano della proposta politica: la necessità di unità e la totale sfiducia verso chi ha fatto scelte molto diverse, con metodi talvolta discutibili, andranno sapute tradurre, come abbiamo fatto durante la campagna referendaria, promuovendo la nostra campagna in modo complementare, costruttivo ed autonomamente.

Questo è l’ultimo Comitato Politico Federale che introduco da Segretario provinciale, dopo un anno e mezzo dal mio insediamento, prima della fase congressuale, a meno che la situazione politica nazionale non precipiti. Vorrei quindi cogliere anche questa occasione per ringraziare un tessuto militante che ci ha permesso numerosi risultati e partire da questi per la considerazione conclusiva, che sarà al centro del mio modo di affrontare l’imminente X congresso.

L’unico modo per porre un argine allo sfaldamento della tradizione comunista occidentale, nel nostro piccolo, è quello di rifiutare ogni logica di post-verità. Affrontiamo alcuni impegni con troppa leggerezza, dal tesseramento all’autofinanziamento, trascurando cose minime che siamo perfettamente in grado di fare, come dimostrano i risultati oggettivamente raggiunti recentemente. Sottovalutiamo il valore del confronto ed esauriamo troppo spesso le discussioni in riti consumati, senza mettere in dubbio i nostri dubbi (finisce quindi che niente ci appare certo rispetto al nostro stesso partito): quest’ultima frase è sicuramente criptica, ma credo che ci sarà occasione di spiegarla nel prossimo futuro. Provo comunque ad esemplificarla: è tanto vero che diamo per scontata la nostra partecipazione a tutte le manifestazioni (come qualcuno ha lamentato), quanto è evidente la nostra difficoltà a porre le critiche in modo costruttivo, rispetto a ciò che facciamo. Dobbiamo essere consapevoli che nessuno di noi ha il tempo per fare molto più di ciò che fa e organizzarci di conseguenza, rafforzando quella capacità di non rinchiuderci in una condizione di urgenza continua.

Costruendo un tipo di società alternativo a quella raccontata dal sistema di informazione, dove tutto è populismo e post-truth, avremo modo di maturare il nostro percorso politico, coinvolgendo nuove forze e creando le condizioni per quel superamento di cose presenti verso cui siamo impegnati. Il centenario della rivoluzione d’ottobre sarà al centro della campagna di tesseramento del 2017, recuperando in parte le parole d’ordine di un tempo: lavoro, ambiente, pace. Non cederemo alla nostalgia e alla rievocazione: saremo in grado di tenere al centro della nostra azione politica la realtà presente e un’idea di “futura umanità”.

In questo il nostro Partito deve essere un esempio da difendere e far crescere.

 

Dispositivi della Segreteria

Tesseramento e bollettino di informazione
L’attività di tesseramento del 2016 non è stata portata avanti con la necessaria attenzione, nonostante sia fondamentale per garantire una corretta vita interna al Partito ed il rispetto delle sue regole. La nascita di cellule che permettano una capillare presenza sul territorio e l’accorpamento di alcuni Circoli per semplificare gli adempimenti formali, come da Ordine del Giorno approvato dal CPF di luglio 2016, dovranno essere seguite con particolare attenzione.
Il rapporto tra il livello provinciale e quelli territoriali (od aziendali) può trovare occasione di implementazione nella pubblicazione aperiodica di un cartaceo di poche pagina, la cui diffusione può permetterci di dare continuità a volantinaggi ed iniziative nelle Case del Popolo. La Segreteria si impegna nella creazione di una rete organizzativa che provi a sviluppare al meglio l’ambito del tesseramento ed il funzionamento complessivo della Federazione, anche alla luce dei successi e dei limiti verificati durante la campagna referendaria.

Feste di Rifondazione – L’impegno provinciale per il 2017
Nel biennio 2015-2016 si sono svolte con successo due feste nazionali nei giardini dell’ObiHall e quella provinciale a Sesto Fiorentino, oltre ai consueti appuntamenti dei diversi territori. Dato lo spiacevole episodio che ci ha impedito di fare altrettanto a Montespertoli, l’anno scorso, il Comitato Politico dà mandato alla Segreteria di scrivere alla Giunta del suddetto Comune e alla cooperativa che gestisce il Parco Urbano locale, per tenere lì la festa provinciale del 2017, possibilmente tra il 6 e il 16 luglio (o in altre date vicine, se vi fosse disponibilità per i giorni richiesti).
Al contempo, tra il 6 e il 10 settembre 2017 (o in altre date vicine), si dà mandato alla futura Segreteria di organizzare una nuova festa, possibilmente sempre nazionale, nei giardini dell’ObiHall.

Elezioni amministrative – Reggello e Rignano sull’Arno 2017
Alle elezioni comunali del 6 maggio 2012 Rifondazione Comunista ha sostenuto, nel Valdarno, le liste de “la Sinistra di Reggello” e “la Sinistra di Rignano”, capaci di ottenere rispettivamente il 6,54% e il 18,41%.
Nei due Comuni oggi siedono due consiglieri comunali, Fei Carlo ed Allegri Alfredo, a cui va tutta la gratitudine della Federazione fiorentina del Partito. La loro attività è per il Comitato Politico provinciale il naturale punto di partenza per il percorso che porterà alle nuove elezioni amministrative, nel 2017.

Crediamo sia importante valorizzare quanto svolto con continuità in questi anni, con l’apertura di un sito internet (www.prcvaldarno.it) e la produzione di 25.000 volantini riepilogativi del lavoro politico portato avanti dalle compagne e dai compagni. Il Circolo del Valdarno dovrà scegliere come avvicinarsi alla prossima scadenza elettorale, ma il Partito ci tiene a chiedere a tutte le altre forze politiche della sinistra di lasciare da parte ogni ambizione politicista, accettando di confrontarsi con noi pubblicamente e in modo sempre trasparente, senza chiedere di mortificare la storia di chi è presente sul territorio, evitando di inseguire qualche operazione tattica e di breve respiro.

Rifondazione Comunista non è mai stata interessate a diventare una forza di mera testimonianza, per cui non si rinchiude in ciò che è e sarà sempre disponibile all’unità nella difesa degli interessi dei lavoratori e delle fasce sociali più deboli, senza però sacrificare (o nascondere) la propria esistenza. Riteniamo importante ribadire il nostro sostegno alle compagne e ai compagni del Valdarno, dando un segnale a tutte le altre realtà politiche e sociali, ricordando come gli stessi gruppi comunali siano nati dall’apertura a candidature indipendenti.

 

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