Segreteria provinciale PRC Firenze, 26 luglio 2014
“Con il giorno 26 luglio tutti i negozi dei supermercati il Centro, importante catena distributiva, chiudono e rientrano in possesso del Curatore Fallimentare”.
Il comunicato stampa della Filcams Cgil di Firenze ricorda il pericolo che corrono i 18 negozi della catena «Il Centro», ovvero circa 160 lavoratori e un tessuto territoriale che in alcune zone rischia di costringere i cittadini a dover percorrere distanze significative per acquistare prodotto di uso quotidiano.
Il fallimento attraversa in maniera significativa la provincia di Firenze e interessa anche quella di Arezzo, aggiungendosi all’incerto futuro anche dei punti vendita di «Eurospar» e «Despar».
In questi giorni stanno vivendo giorni difficili anche i dipendenti di «Stefan», altra nota catena nota in città.La risposta delle istituzioni non manca nel denunciare il pericolo di disoccupazione e di impoverimento del territorio. Così come è importante che gli enti locali facciano pressione anche sul governo nazionale per utilizzare tutti i mezzi previsti e possibili per limitare i disagi dovuti ad una gestione fallimentare. Segnaliamo, a titolo di esempio, la presa di posizione della III commissione del Consiglio Comunale di Reggello, presieduta dal compagno di Rifondazione, Andrea Calò, che il 23 luglio ha incontrato le organizzazioni dei lavoratori e poi si è espressa a difesa dei loro interessi.
Ci uniamo alle richieste di chi chiede un percorso chiaro che punti al mantenimento degli attuali livelli occupazionali, passando anche per il tavolo regionale previsto per il primo agosto.
A questo aggiungiamo una breve riflessione sul versante del commercio: da ormai molti mesi portiamo avanti una campagna che denuncia come il venire meno dei diritti nell’ambito del mondo del lavoro non abbia niente a che vedere con i “costi” da tagliare per migliorare i margini di profitto dei privati. Far lavorare i dipendenti anche nei festivi, per citare un esempio, non contribuisce all’uscita dalla crisi economica, che insistiamo a vedere collegata al modello di sviluppo che si sta sempre più affermando. La politica dovrebbe recuperare il coraggio di discutere di sistema produttivo e modalità di distribuzione, mettendo al centro quello che prevede anche la Costituzione: la centralità del lavoratore e dei suoi diritti. Questo presupposto sta dietro anche a quel modello di grandi catene internazionali di distribuzione che prosciugano i territori e annientano professionalità, competenze e peculiarità su cui invece un paese europeo dovrebbe investire.
«Al tavolo – spiega Massimiliano Bianchi, segretario generale della Filcams Cgil di Firenze – chiederemo a Regione e ministero che si approvi velocemente la cassa integrazione straordinaria per dare continuità reddituale ai lavoratori. Anche al curatore e al tribunale, compatibilmente alle leggi fallimentari, chiediamo di stringere i tempi per predisporre quanto prima l’asta, in modo che si formalizzi l’interesse di questi imprenditori e si garantisca la continuità produttiva»